Tigullio. A Sestri Levante naturalmente di fronte a frane e smottamenti era logico si tornasse a parlare di uso del territorio di revisione del Piano Urbanistico e quant’altro, ma i sestresi ironicamente guardano verso la collina che sovrasta Casarza ligure e sospirano “con oltre trecento case realizzate negli anni 80/90 in collina non si è verificata una sola frana, evidentemente sulle colline di Sestri il fenomeno è naturale visto che si tratta di fasce di uliveti e per di più ben curati”. 

Al di là delle battute politiche locali a fornire la spiegazione del cedimento del terreno in più punti sono i dati forniti da Ivo De Lucchi che pazientemente ogni giorno da 35 anni registra vento, temperatura ed eventi atmosferici. “Dal primo di gennaio ad oggi – spiega De Lucchi- su 46 giorni vi sono stati ben 32 giorni di precipitazioni, in totale intorno ai 400 millimetri che rappresentano il 38% della media annuale”. Questi dati fanno capire come il terreno collinare con sottostrato di tarso tende a scivolare verso valle anche perchè le piante di ulivo che ricoprono il 90% non hanno grandi e profonde radici e quindi non riescono a frenare la terra ridotta a poltiglia dalle forti e continue piogge. Poi sicuramente in alcuni casi, vedi ferrovia di Andora o più vicino le frane di Cavi sull’Aurelia sono anche causa di interventi edilizi dagli anni 70 piuttosto azzardati ma che per fortuna in Liguria non sono clamorosi. Basti pensare che Rapallo divenuto famoso a livello nazionale per la “Rapalizzazione” è il comune che vanta meno problemi di frane, smottamenti ed allagamenti del Levante Ligure. Per i Comuni dunque due ordini di problemi dovuti al cambiamento del clima da una parte la necessità di pulire le condotte dell’acqua piovana quasi tutte lastricate nei centri storici e dall’altro la sensibilizzazione verso i privati proprietari di terreni spesso abbandonati a farsi carico di pulizia e rifacimento dei muretti a secco che per secoli hanno impedito alla costa Ligure di scivolare a mare.