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Chiavari, gli alimentaristi dicono stop mercati e sagre PDF Stampa E-mail
Giovedì 06 Febbraio 2014 13:11

Chiavari. Mercatini e sagre, i commercianti alimentaristi chiavaresi dicono basta. Si sentono penalizzati e spiegano che questo mese ci sono sette giorni di mercatini alimentari, tra piazza Fenice, via Rivarola e piazza Roma. “E’ giunta l’ora di dire basta, come si reagirebbe se arrivassero anche i mercatini di Forte dei Marmi, sarebbero tutti contenti?”, scrivono i commercianti nella nota diffusa oggi. Questa categoria invita l’amministrazione Levaggi ad una valutazione più approfondita prima di concedere le dovute autorizzazioni. 

Noi commercianti del settore merceologico alimentare siamo fortemente preoccupati per una prassi che ormai sta diventando una consuetudine; vogliamo evidenziare un disagio crescente e lamentiamo l’assenza di ogni consultazione con la nostra, forse considerata da tanti, sotto-categoria. Queste rassegne finiscono con arrecare grave danno all’intero sistema dei negozi del nostro settore e nessuno dice niente o peggio è d’accordo. La nostra contrarietà a queste forme di mercato è rafforzata dalla difficile situazione economica che di per sé porta una diminuzione dei consumatori presenti nei negozi o che partecipano ai tradizionali mercati, dirottandoli verso altre occasioni di esposizioni identiche alle nostre, sottraendo risorse senza alcun ritorno per il nostro territorio”. Gli alimentaristi chiedono inoltre, di porre mano ad una regolamentazione delle manifestazioni che, sotto la denominazione di “sagre e feste popolari” hanno assunto il carattere di permanente offerta commerciale, in aperta e sleale concorrenza con le regolari attività di somministrazione alimenti e bevande, aggiungono. “A fronte di una situazione da troppo tempo ormai fuori controllo si ribadisce quindi l’esigenza di predisporre un nuovo freno a quelle che, di fatto, rappresentano vere e proprie aziende ombra della ristorazione e dell’alimentazione in genere. Il nostro obiettivo è quello di garantire pari opportunità a tutti gli operatori, nel rispetto del principio della libera concorrenza; tutelare in primo luogo i cittadini-consumatori, assicurando la qualità delle feste all’aperto e prevedendo tra gli obblighi previsti per gli organizzatori”, chiudono gli alimentaristi, “anche quello di esporre in modo chiaro e visibile al pubblico i prezzi praticati e le informazioni relative agli ingredienti utilizzati per confezionare gli alimenti somministrati”. 

 

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