Non c’è ancora un responso definitivo sulla possibilità di posare un nuovo ponte in acciaio, perché, come dicevano ieri i tecnici dell’Università, ci vorrà qualche giorno per fare un’analisi dei materiali rimanenti e stabilire se la struttura esistente possa reggere un'eventuale struttura di quel tipo. Nel frattempo

, la Provincia stima in 200mila euro la somma necessaria ad abbattere ciò che è pericolante e smaltire il materiale, annunciando la volontà di partire quanto prima: “Se possibile già la settimana prossima”, dice il commissario Piero Fossati. Intanto, oggi la giunta regionale ha stanziato un milione di euro per la sostituzione del ponte, presentando la richiesta di calamità naturale, insieme alla Toscana: “Se non arriveranno fondi statali – dice il presidente Burlando, riferendo anche della necessità di intervenire sulla strada di accesso a Vernazza – questo andrà a detrimento di altre opere previste”. L’altra strada provinciale chiusa dopo i danni della notte tra lunedì e martedì, intanto, è la 42 di Romaggi, tra i chilometri 18 e 20, in Val Cichero. La Provincia impone, per riaprire la circolazione in quel punto, non solo la rimozione di un gigantesco masso caduto sulla carreggiata, ma anche l’abbattimento del vecchio frantoio da cava che incombe sulla strada. “I nostri tecnici e quelli del Comune di San Colombano – dice Fossati – hanno preso contatto con il proprietario per procedere. In quel tratto la nostra strada ha subito danni molto gravi perché dalla collina si sono riversati sulla carreggiata migliaia di metri cubi di rocce e terra”. La variazione odierna alla tormentata viabilità post disastro è la riduzione di 400 metri del tratto vietato ai mezzi pesanti, oltre le 10 tonnellate, lungo la Provinciale 32 del Bocco di Leivi, che non si applica più già dal ponte sul Lavagna ai Maggi, ma da Pian dei Cunei, comunque sino al Bocco. Questo, per non penalizzare magazzini e cantieri presenti proprio nel tratto basso della strada.