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Tribunale, domani fine dell'occupazione e missione a Roma PDF Stampa E-mail
Lunedì 24 Giugno 2013 17:26

Si chiude domani, l’occupazione del palazzo di giustizia di corso De Michiel, a Chiavari. Orario e modalità della fuoriuscita dalle stanze del tribunale saranno stabiliti nella riunione di questa sera, ma sicuramente protagonista sarà il finto assegnone da 14 milioni di euro, emesso dalla banca delle tasche dei cittadini, simbolo della spesa – spreco per la sua costruzione

, subito seguita, salvo sorprese, dalla soppressione della giurisdizione del Tigullio. Già postato su Facebook, l’assegnone potrebbe essere bruciato, domani, prima dell’uscita dal palazzo che chiude una occupazione di 11 giorni, costantemente concordata con Comune, ditta titolare dell’appalto e forze dell’ordine. La situazione, al momento, è questa, anche se il quadro potrebbe cambiare e, ancora una volta, si attende, proprio per domani, una giornata decisiva. All’ordine del giorno della commissione giustizia del senato, infatti, domani ritorna la richiesta di rinvio, per un anno, della riforma della giustizia che chiude 31 tribunali, che ha nel senatore PD Lumia il proprio relatore ma, soprattutto, nel governo un oppositore fortissimo. Si annunciano a Roma alcuni dei sindaci dei sei Comuni che rivendicano, con forza, il salvataggio del proprio tribunale, in base al giudizio già espresso dal Parlamento anche nella precedente legislatura. Per Chiavari, andranno ad incontrare i senatori il presidente del comitato “Salva il tuo Tribunale”, Gabriele Trossarello, che è anche sindaco di Moconesi, e poi l’altro avvocato Davide Devoti e Silvio Boccalatte, quest’ultimo in rappresentanza del Comune, nel cui consiglio entrerà giovedì. Alle 18, la giornata si concluderà con l’incontro tra i senatori della commissione ed il governo, e segnatamente il ministro Anna Maria Cancellieri. Lì, potrebbero arrivare le decisioni sulla possibilità di mantenere la riforma, ma escludendo un ristretto numero di tribunali. La situazione, però, è complicata dall’attesa del pronunciamento della Corte costituzionale, senza contare la sentenza Ruby che, a detta di molti analisti, può incidere sulla stabilità del quadro politici e che, d’improvviso, diventa argomento fondamentale nelle stanze della politica nazionale.  

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