Ha iniziato a concretizzarsi quello che era, sino a ieri, uno spauracchio, sebbene molto concreto. I processi, al Tribunale di Chiavari, si fermano, in vista di calendarizzazione a Genova, o vengono già ricandelizzati proprio a nel capoluogo

, a causa della prevista chiusura del Tribunale. Si tratta di un ordine di servizio del tribunale accorpante, discusso, di fatto, ieri pomeriggio, tra gli emissari di Genova e di Chiavari, a cui si è dato corso da stamattina. Subito a farne le spese è stato un processo di grido, come quello a Emilio Cella. Il professore di sostegno chiavarese doveva essere ascoltato oggi, ma il processo è stato sospeso. Si attende di spostarlo a Genova, a meno che la soppressione del Tribunale non venga congelata o annullata. Da oggi,i giudici di Chiavari proseguono solo le udienze destinate a giungere a sentenza tra giugno e luglio, rinviando tutto il resto. Nel frattempo, si guarda a Roma. Come noto, il Parlamento, e più precisamente la commissione giustizia del Senato, vuole il rinvio di un anno, che forse è strumento per arrivare ad alcuni decreti correttivi, nei quali sarebbe concretamente ipotizzabile il salvataggio di pochi tribunali, tra cui Chiavari. “In questo quadro è effettivamente inutile cominciare nuovi processi – commenta Silvio Romanelli, presidente della Camera penale di Chiavari -. Tuttavia, sono sempre stato e rimango ottimista. Ho molta fiducia nella Corte costituzionale”. Già, perché il 3 luglio si discuterà il ricorso che annullerebbe tutta la riforma della giustizia, inserita, a suo tempo, nel decreto della spending review. “Attendiamo la Corte, ma prima ancora è importante che il Parlamento tenga duro di fronte al Governo – dice Gabriele Trossarello, presidente del Comitato Salva il tuo Tribunale -. Quella dei decreti correttivi è la strada dei “Sei da salvare” che perseguiamo da tempo”.