Si conclude con una condanna (e si tratta di una condanna pesante) la vicenda giudiziaria di Antonio Raffone, già comandante del Porto di Lavagna, dal 2009, quando era giunto proveniente da Loano, al luglio 2012, quando era stato arrestato per una serie di episodi di appropriazioni

, da cene nei ristoranti a rifornimenti di carburante, a prelievi di energia, all’utilizzo dell’auto di servizio a scopi personali. L’accusa, alla fine, ha elencato oltre una ventina di episodi, formulando le accuse di peculato, concussione, abuso di ufficio e furto: la richiesta del pubblico ministero, Gabriella Dotto, è stata di 5 anni e 4 mesi, non prevedendo attenuanti generiche, malgrado il sottufficiale, 44 anni, fosse incensurato. Il Gup, oggi, al termine del processo con rito abbreviato, ha formulato una condanna inferiore ma comunque pesante: 4 anni e 3 mesi. Se la sentenza fosse andata in giudicato, una condanna così lunga prevederebbe il carcere, dopo che Raffone lo aveva già sperimentato, nel luglio scorso, come misura cautelare, prima di essere destinato ai domiciliari, in Sardegna. La condanna è probabilmente più alta rispetto a quanto il comandante avrebbe potuto patteggiare ma non essendoci stata questa formula, l’avvocato Giovanna Novaresi, che ha assunto la difesa di Raffone da pochi mesi, potrà presentare ricorso in Appello, come ha già preannunciato.