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Violenza sulle donne: i dati, allarmanti, diffusi dalla Regione PDF Stampa E-mail
Mercoledì 25 Novembre 2015 12:04

Genova. Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, la Regione, ha promosso una campagna di spot in onda in questi giorni su diverse televisioni liguri. “E’ una clip per far sapere alle donne in difficoltà che esistono in Liguria sette centri antiviolenza per aiutare le donne a riprendersi in mano la propria vita”, ha spiegato l’assessore alle pari opportunità Ilaria Cavo. “Abbiamo voluto affrontare il tema della violenza alle donne, con un minimo di sensibilità, senza lividi, sangue, scene traumatiche a volte molto utili a colpire l’attenzione. Abbiamo invece voluto scegliere il volto sorridente di una ragazza per rappresentare le donne che ce l’hanno fatta a intraprendere un complesso percorso e alla fine a uscire da una situazione terribile, anche con il nostro aiuto, che oltre ai centri antiviolenza comprende, in certi casi, anche le case-rifugio. 

Conosco personalmente donne che ci sono riuscite, allontanandosi dal partner violento e a trovare un nuovo compagno e una nuova vita. Storie non facili, ma che offrono speranza a chi ancora è in difficoltà”, ha aggiunto Cavo, ricordando casi incontrati nella sua lunga esperienza di giornalista di cronaca nera e giudiziaria. Intanto sempre dall’ente genovese arrivano i dati circa la tipologia delle donne che si rivolge ai centri antiviolenza: la fascia d’età va dai 30 ai 49 anni e riguarda vittime di tutte le condizioni sociali e provenienze. Si tratta di un fenomeno trasversale dentro il quale le donne italiane sono i 2/3, 700 su un migliaio, secondo dati recenti dei centri antiviolenza sul territorio, e il report regionale conferma che la violenza di genere è un fenomeno relazionale. La totalità delle violenze avviene infatti da parte di partner, ex compagni, familiari. Sono in crescita i casi di madri aggredite fisicamente e verbalmente dai figli, un fenomeno fino a pochi anni fa praticamente inesistente, mentre un altro dato, il rovescio della medaglia, informa che da gennaio a ottobre, in Liguria, oltre 400 bambini e ragazzi hanno assistito a soprusi nei confronti delle loro madri tra le mura domestiche. Nei casi di maltrattamenti subiti dai figli le madri, nei colloqui, tendono a sminuire l’episodio per salvaguardare una immagine ideale della famiglia e per difendere i figli da denunce e conseguenze gravi. Le violenze subite dalle donne rilevate,   possono essere di natura fisica, psicologica, sessuale, economica, legate a fenomeni di stalking  e atti persecutori. I dati raccolti evidenziano che, in molti casi, la stessa donna subisce contestualmente tipi diversi di violenze. Sono poche le donne che dichiarano di essere vittima di un unico genere di violenza, a parte casi come lo stalking. Le donne che dall’inizio dell’anno a oggi si sono rivolte ai centri antiviolenza sono oltre duemila, un dato in aumento rispetto agli anni scorsi. Di queste, poco più della metà, dopo un primo contatto telefonico, hanno rinunciato ai servizi offerti, per poi magari tornare dopo alcuni mesi, o addirittura anni. 653 sono invece le donne che hanno partecipato ad almeno un colloquio di approfondimento, mentre quelle prese in carico totalmente sono 594, circa un quarto  delle donne che si rivolgono alle strutture.

 

 

 

 

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