Atp, domani il Referendum Stampa
Lunedì 31 Marzo 2014 11:19

Carasco. Alla vigilia del referendum tra i 497 dipendenti dell’Azienda di Trasporto Pubblico con sede a Carasco, per decidere se accettare la bozza di accordo raggiunta rattoppando un bilancio che fa acqua da tutte le parti, il clima è super teso. Dopo lunghi mesi di trattative e super pazienza da parte del Prefetto che ha convinto i creditori ad accettare “sconti” fino al 60%, convinto soprattutto i Comuni azionisti ad aumentare fino al 25% di quanto già versavano ora la doccia fredda dei ricorsi dei lavoratori. 

Trecentocinque dipendenti tramite i loro legali hanno chiesto un bonus di 180 mila euro per ritirare le cause di lavoro aperte dopo che l’azienda ad ottobre dello scorso anno deciso di apportare un taglio agli stipendi di circa il 30% per fare fronte alle perdite giornaliere di esercizio. In effetti la cifra intera sarebbe di circa 600 mila euro ma con il ritiro di tutti i ricorsi i lavoratori si “accontenterebbero” di 180 mila euro. La risposta del presidente dell’ATP, Enzo Sivori, è stata categorica “Se avessimo avuto quei soldi non avremmo tagliato gli stipendi ai lavoratori. La dolorosa scelta dei tagli - ha detto il presidente-  è stata dovuta alla contingenza di bilancio e soprattutto per evitare il fallimento”. Ora tutti sono arrabbiati: i comuni che si sentono presi in giro, la prefettura che ha lavorato per ricucire, i 192 lavoratori che non hanno fatto ricorso che ovviamente temono il fallimento, insomma tutti attendono il referendum di domani anche se appare ovvio che senza accordo preventivo i 305 dovrebbero votare contro.