Inizia la caccia al cinghiale, si chiude la pesca nei torrenti Stampa
Mercoledì 02 Ottobre 2013 16:50

Partenza buona, oggi, per la caccia al cinghiale. Sull’attività venatoria rimane l’incognita delle munizioni, perché, come noto, l’anno scorso l’Ispra, istituto che si occupa della fauna selvatica

, aveva vietato l’utilizzo di quelle al piombo, per rendere obbligatorie solo le atossiche. Quest’anno, però, il via libera del Tar a tutto il calendario venatorio comprende anche l’utilizzo delle munizioni tradizionali, e con esse si è aperta la stagione di abbattimento del cinghiale, in attesa di eventuali nuovi chiarimenti di legge. Meglio, per i cacciatori, non costretti a cambiare munizioni e fucili. Ricordiamo che, a fronte del proliferare dei cinghiali e del loro avvicinamento alle case, anche per la mancanza di castagne nei boschi, falcidiate dalla presenza dei cinipide, la Provincia, quest’anno, ha alzato il contingente degli ungulati che possono essere abbattuti, portandolo a 10.500, di cui la metà nell’ambito territoriale del Levante, dove agiscono 44 squadre di caccia, per circa 1.600 componenti. Intanto, per una stagione che inizia, un’altra volge al termine, pur lasciando ancora ampie possibilità agli appassionati. Si tratta della pesca nelle acque interne, che non sarà più consentita dopo il tramonto di domenica prossima, per riprendere solo all’alba del 23 febbraio 2014. Per la verità, il divieto è assoluto solo per quanto riguarda le trote fario e i temoli. La pesca rimane consentita alle altre specie ittiche, comprese le trote iridee, ma, in questo caso, non ovunque: lungo il Petronio, il Graveglia, lo Sturla, il Lavagna, solo su tratti, noti agli appassionati, e comunque molto ampi, specie nel caso del Lavagna. In questi casi, escluse fario e salmerini, la pesca sarà interrotta solo dal 2 al 23 febbraio, per il consueto rinascimento. Nella riserva di pesca turistica di Cabanne, invece, la pesca rimane consentita sino alle 19 del 3 novembre.  

Ultimo aggiornamento Mercoledì 02 Ottobre 2013 17:00