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Val d'Aveto: in Promozione senza Massimo Perego? PDF Stampa E-mail
Scritto da Joel Roberto Capello   
Giovedì 17 Aprile 2014 10:36

Ci ha abituato a comportamenti che spiazzano come quando abbandonò la panchina del Sestri Levante nell’agosto del 2010, dopo una parentesi durata dal 24 luglio all’8 agosto, per incomprensioni con il presidente Mario Arioni. E ancora spiazzerà perchè Massimo Perego, che sta per vincere il campionato di Prima categoria con la Val d’Aveto, a fine torneo potrebbe lasciare la panchina degli yeti, così come il dirigente Pierluigi Piombo. Dissidi con la società, della poca collaborazione ricevuta e dell'ambiente poco sereno tra lui e il club in cui la squadra ha dovuto allenarsi. I mugugni in casa Val d'Aveto restano. L'allenatore non ha gradito le critiche che sono arrivate alla squadra dall'interno dell'ambiente degli yeti. E nel corso della stagioni il tecnico, che da giocatore ha militato in serie D negli anni ’80 con le maglie di Sestri Levante, Rapallo, Sarzanese e Levanto, ha esternato più volte il proprio malessere.

 “Abbiamo una società con tanti presidenti e segretari, purtroppo mancano figure che chiedano ai ragazzi se hanno bisogno di qualcosa, che gli siano di sostegno, che gli domandino come stanno quando sono infortunati. Purtroppo o per fortuna questa è una squadra che è formata da persone che arrivano da posti diversi. E ci vuole più attenzione rispetto ad una squadra dove magari c'è gente dello stesso posto che gioca insieme da tanti anni”. E ancora. “C'è gente che continua a criticare. E a me le critiche non piacciono soprattutto se arrivano da persone che vengono a fare solo le sfilate alla domenica in tribuna”. E ancora. “Mi è stato detto che tutti remeranno dalla stessa parte da qui a fine anno. Spero che accada davvero così. Ma, forse, se è uscita questa frase significa che fino ad ora non lo abbiamo fatto”. E infine. "Resto per vincere il campionato ma a maggio mi riterrò libero. Credo che separarsi in questi casi sia la scelta migliore per tutti. Nulla da dire con i dirigenti, sia chiaro. Tutte bravissime persone. E io so di avere il mio carattere. Ma probabilmente siamo troppi diversi nel modo di vedere il calcio”.

Ultimo aggiornamento Giovedì 17 Aprile 2014 11:57
 

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