La mattinata di Carasco è cominciata così, con la protesta delle mamme che portavano i figli a scuola e, in generale, dei residenti nelle zone di Loreto, San Pietro di Sturla, Carpenissone, costretti ad un giro di 15, 20 chilometri per arrivare a Carasco, 500 metri di distanza da casa

. L’argomento è stato già ripreso, questa mattina, dal gruppo di opposizione “Insieme per Carasco”, che ha inviato a sindaco e Provincia una richiesta di revisione della viabilità locale e anche il Comitato attività produttive di San Colombano, con il presidente, Claudio Solari, ha scritto che “tale situazione penalizza fortemente le attività che, restando la situazione in tale modo, saranno costrette a richiedere una esenzione tasse per la drastica diminuzione della clientela”. Un simile coro di contestazioni non poteva rimanere inascoltato. Pertanto, la viabilità è tornata come ieri. Grazie alla presenza dei movieri della protezione civile, infatti, da oggi pomeriggio si è tornati al senso unico alternato: sebbene con rallentamenti e code, è percorribile in entrambe le direzioni la strada tra le località Loreto e Gazzo, così come il ponte di Loreto, con l’unico accorgimento (e disagio) che i passeggeri dell’autobus devono scendere e percorrerlo a piedi. Per avere un sostegno nel regolamentare la circolazione, considerato che l’apporto dei volontari di protezione civile non può essere eterno, il Comune di Carasco ha chiesto il supporto delle forze armate della caserma di Caperana. Si vedrà nei prossimi giorni. Intanto, conseguentemente, anche la Provinciale 32, strada del Bocco di Leivi, è stata riportata dalla Provincia a doppio senso di marcia. Del resto, non è più l’unico percorso per chi scenda dalla Fontanabuona verso Carasco e Chiavari.