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Furti ai bancomat: una indagine locale sventa una banda internazionale PDF Stampa E-mail
Giovedì 03 Ottobre 2013 17:22
L’indagine è partita da un colpo al Montepaschi di Siena di Bogliasco, ma fatti analoghi sono stati perpetrati a Chiavari, Sestri Levante, Lavagna, e complessivamente dieci volte in provincia di Genova e trentacinque in Italia, tra Liguria, Toscana, Marche e Veneto , su una vasta gamma di istituti di credito. I carabinieri della compagnia di Santa Margherita, coordinati dal maggiore Antonio De Rosa, partendo dall’attività della stazione di Pieve Ligure e da un fatto del maggio scorso, hanno stroncato una banda di rumeni che riusciva a manomettere e saccheggiare gli sportelli bancomat attraverso una tecnica che,sino a qui, le forze dell’ordine non avevano mai incontrato. Tradizionalmente, il “cash trapping” consisteva, infatti, nel collocare una forcina metallica per bloccare l’uscita delle banconote da un bancomat, prelevandole quando l’ignaro cliente si allontanava per sporgere reclamo. Questa banda, però, aveva al proprio interno gli stessi clienti, che ottenevano dalle banche carte di credito prepagate. Dopo che queste venivano utilizzate per i furti, presentavano denuncia di smarrimento: nel frattempo, i complici avevano prelevato, mediante la forcina metallica, dai 750 ai 2.400 euro per volta, a seconda del caricamento massimo consentito dalla banca. La mente della banda era un 27enne, che realizzava materialmente i furti, arrestato nei giorni scorsi, quando è stato rintracciato a Ventimiglia, proveniente dalla Francia dove si era rifugiato. Si avvaleva, come palo, di una ragazza di 25 anni, che stava in zona con il proprio bambino: questa è stata solo denunciata, mentre dietro le sbarre, come il 27enne, sono finiti, sempre nei giorni scorsi, altre quattro persone: un 55enne ed un 41enne, fornitori delle carte, rintracciati a Calenzano, in provincia di Firenze, un 28enne preso a Bologna, una 28enne, di Genova, anch’ella fornitrice delle carte. Per ora, sono attribuiti 35 colpi, ma altri potrebbero esserne stati effettuati e si stima che il giro d’affari potesse arrivare a centinaia di migliaia di euro. I malviventi si muovevano tra Romania, Francia e Italia, ricomponendosi quando occorreva e operando in maniera seriale.
Ultimo aggiornamento Giovedì 03 Ottobre 2013 17:23
 

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