Le perplessità e soprattutto le preoccupazioni rimangono forti, tra i lavoratori Atp. Tuttavia, dall’attivo dei delegati svoltosi ieri sera, a Carasco, emerge che il giudizio viene rinviato all’elaborazione del piano industriale: quello che dovrebbe mettere a posto i conti dell’azienda, a partire dal 2014

, comprendendo la vendita ad un privato delle quote della Provincia. In base alla procedura del concordato preventivo, varata da Regione e Provincia, il piano dovrà essere approvato da un perito nominato dal Tribunale di Genova. “La nostra battaglia, adesso, è quella perché non ci siano due piani diversi – dice Loris Galvan, Fit Cisl – Tutto deve essere definito, senza che il privato lo vada a modificare, e tutto dovrà risultare effettivamente credibile ed efficace”. Quanto ai lavoratori, secondo quanto emerso ieri, non dovrebbero esserci licenziamenti. I sacrifici, magari saranno chiesti sui turni e sul livello di salario. “Se saranno chiamati a contribuire, i lavoratori lo faranno in un quadro che garantisca certezze”, dice Marco Roverano, responsabile locale della Cgil, secondo il quale “già ad ottobre dovrà esserci la gara per la vendita delle quote, in modo da capire chi entri e quanto capitale porti”. La catena finanziaria attuata per salvare l’azienda è fatta di tanti passaggi, l’uno legato all’altro, e se uno saltasse tutto sarebbe compromesso. Il vantaggio, però, è che, al momento, nessuno degli attori coinvolti, dagli azionisti, ai creditori, ai lavoratori, sembra avere interesse a far naufragare il piano.