Un altro appuntamento con la verità o, forse, un ultimo teatrino, prima che la situazione sia definitivamente incontrovertibile. Domani, la delegazione di “Sei da salvare”, i tribunali cassati dalla riforma malgrado l’indicazione contraria del Parlamento, incontreranno i 28 tra deputati e senatori

che ancora in tempi recenti si erano spesi per promettere che il riordino della geografia giudiziaria sarebbe stato congelato di un anno, tempo per individuare le realtà che decreti ad hoc avrebbero potuto risparmiare. Dopo il briefing con i rappresentanti dei territori, i parlamentari dovrebbero incontrare il ministro Anna Maria Cancellieri, per chiederle di soprassedere, agitando anche lo spauracchio della sfiducia personale. La sfiducia, in questo momento, però, è soprattutto quella che alberga nei sostenitori del Tribunale di Chiavari, ormai convinti che, malgrado le promesse, in Parlamento non ci sia la volontà di mettersi di traverso al governo. Nel mentre, in consiglio regionale, il gruppo del Pdl ha presentato una proposta di delibera per l’indizione di un referendum abrogativo, già promosso dalla Regione Abruzzo, per annullare tutta la riforma della giustizia, ovviamente quando questa sarà già entrata in vigore, peraltro da tempo. Il primo firmatario è Marco Melgrati, che, nell’illustrare il provvedimento, difende, oltre a Chiavari, anche il tribunale di Sanremo e le sedi distaccate di Sarzana, Ventimiglia e Albenga. “Rimarco che altre Regioni, ad esempio Puglia e Basilicata, hanno manifestato l’intenzione di aderire all’iniziativa referendaria”, riferisce Melgrati. Con cinque consigli regionali, il referendum si farebbe. Se raggiungerà il quorum e quali effetti potrebbero essere applicati a posteriori è tutto da vedere.