Sestri Levante. “Il problema non è quello di dover tagliare la coda o una pinna caudale al pesce per impedirne la vendita, ma la persecuzione continua verso i pescasportivi che non sono i bracconieri del mare”. Questo il grido lanciato dalle migliaia di pescasportivi di Lavagna, Sestri Levante e Moneglia che si sono riuniti, ieri sera, per protestare contro le posizioni ed affermazioni dell’assessore regionale alla pesca Alfio Barbagallo. 

“Dare la colpa ai dilettanti del continuo depauperamento del mare non è giusto”, hanno sottolineato in molti durante dibattito, “se ci sono pescatori scorretti che vendono il proprio pescato devono essere puniti ed i sistemi di controllo ci sono”. In effetti negli ultimi due anni il Tigullio è saltato al primo posto in merito a verbali elevati a diportisti per la pesca dei tonnetti e per il quantitativo dei polpi. “Appunto”, dicono a Riva Trigoso i rappresentanti dei sei circoli, “sono stati multati ma la nostra categoria non deve essere criminalizzata”. Per far sentire la propria voce i dilettanti del mare formeranno un coordinamento che oltre a inviare un documento di protesta in Regione chiederà di incontrare i sindaci, nella convinzione che “la pesca dilettantistica rappresenta una importante risorsa per il tempo libero dei residenti, e turistica, per coloro che vengono nelle località liguri proprio per andare a pescare”.