Aveva rubato le offerte date dai fedeli per la chiesa di Sampierdicanne, contenute in due buste, a loro volta all’interno di una cassetta. La denuncia era presentata dal parroco lo scorso venerdì 12 luglio

 ma il responsabile del furto è stato riconosciuto e denunciato, adesso, a meno di due settimane dai fatti. Il sacerdote, infatti, aveva consegnato agli agenti del commissariato di Chiavari il filmato delle telecamere di videosorveglianza presenti all’interno della chiesa, da cui, grazie al lavoro della polizia scientifica, sono stati estratti i fotogrammi che riproducevano il momento del furto ed il volto del suo autore. Per il resto, si sa che l’assassino torna sempre sul luogo del delitto. Lunedì scorso, allora, proprio un agente di polizia che aveva visionato le immagini, ha notato, seduto su una panchina davanti alla stessa parrocchia di Sampierdicanne, l’autore del furto, peraltro, addirittura, vestito allo stesso modo del 12 luglio. Fermato e portato in commissariato, è risultato essere un 41enne, originario di Benevento, ma residente a Chiavari, con numerosi precedenti penali per reati contro il patrimonio, ai quali aggiunge, adesso, una denuncia per furto aggravato.

Sempre a Chiavari, e sempre dalla polizia, è stata denunciata anche una 19enne di origine croata, che, ieri pomeriggio, dopo le 17, era stata notata da alcuni condomini di un palazzo di via dei Botto mentre armeggiava davanti alla porta di un appartamento. Chiamato il 113, gli agenti, giunti sul posto, hanno constatato che la ragazza aveva in borsetta un cacciavite di 33 centimetri, mentre la porta di ingresso di un appartamento presentava segni di effrazione perfettamente compatibili. Non sembravano reggere molto le giustificazioni fornite dalla ragazza, che ha detto di trovarsi lì su invito di un giovane, conosciuto in spiaggia, che le aveva indicato la propria abitazione, e di aver raccolto il cacciavite per strada. Anch’ella già gravata da numerosi precedenti, è stata accompagnata presso gli Uffici del Commissariato di Chiavari per essere sottoposta ai rilievi foto-dattiloscopici e denunciata per porto senza giustificato motivo di oggetti atti ad offendere.