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La domenica di Lavagna senza fiera sul lungomare e senza fuochi PDF Stampa E-mail
Lunedì 15 Luglio 2013 11:22

La festa del Carmine è tornata, puntuale, a Lavagna, anche con la sua fiera, che, in mattinata, ha attirato parecchia gente nel centro storico. Allora stesso modo, i fedeli non hanno mancato di prendere parte alla processione che si è svolta in serata, e che ha portato la cassa della patrona in giro per le vie cittadine

. Quella del Carmine, però, è stata l’unica fiera effettivamente svolta in giornata, mentre abbondante pubblicità aveva preannunciato ai lavagnesi ed ai turisti, soprattutto quelli della spiaggia, che ci sarebbero stati anche i banchi degli ambulanti di Forte dei Marmi, dislocati sul lungomare con ceramiche e abbigliamento. Venerdì, però, a due giorni dallo svolgimento dell’evento, è arrivata la delibera della giunta comunale che limitava l’orario di svolgimento alla fascia dalle 20 alle 24: decisamente troppo poco per gli ambulanti, che hanno deciso di rinunciare. Su tutte le furie il Civ “Sapore di mare”, che organizzava l’evento e che aveva depositato la propria richiesta al protocollo 50 giorni prima, ottenendo dall’amministrazione un pre - assenso, poi modificato in settimana. Spiega il sindaco, Giuliano Vaccarezza: “La prima richiesta era stata fatta per il 7 luglio e solo dai giornali abbiamo saputo che la data sarebbe stata, invece, il 14. Abbiamo incontrato il Civ martedì scorso, spiegando loro che non era opportuna la coincidenza, il mattino, con la fiera del Carmine e che portare i camion sul lungomare il pomeriggio sarebbe stato pericoloso”. Secondo quanto dice il sindaco, allora, l’orario 20 – 24 sarebbe stato, lì per lì, accettato dagli organizzatori, per poi rinunciare: “Con i rappresentanti di Forte dei Marmi – aggiunge il sindaco – ci siamo sentiti, chiariti e magari ci sarà modo di recuperare”. L’altra grande mancanza della giornata, rispetto al passato, è quella che fuochi, che non sono stati sparati al termine della processione patronale. Sono momenti di difficoltà e ristrettezza, è stato il ragionamento della parrocchia, che ha sempre pagato in proprio la festa, e meglio è destinare i soldi a chi ne ha bisogno. E’ un concetto sul quale polemizzare è ben difficile. Chissà che, per il futuro, non si possa pensare a sponsor o al contributo comunale. 

 

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