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Danni ai castagni, si sollecitano nuovi interventi della Regione PDF Stampa E-mail
Venerdì 14 Giugno 2013 16:28

Continua la battaglia dell’entroterra del Levante ligure contro la diffusione del cinipide, l’insetto parassita dei castagni che ha fatto precipitare la produzione dei loro frutti in tutti i boschi della zona

. Qualche settimana fa, la Regione Liguria ha dato corso all’immissione, in due punti di boschi della Fontanabuona, del Torymus Sinensis, insetto che, a sua volta, è parassita del cinipide, in quanto si impossessa delle sue larve, usandole per il proprio sviluppo e bloccandone, quindi, la diffusione. I lanci in questione erano avvenuti nella zona di Moconesi Alto ed in quella della Val Cichero. Anche la Val Graveglia ha chiesto di poter rientrare nel programma di diffusione dell’antagonista, con tutta la preoccupazione del caso per chi ancora coltiva castagne, a Tolceto, Arzeno e altre località. Adesso, a scrivere al presidente della Regione, Claudio Burlando, e all’assessore all’agricoltura, Giovanni Barbagallo, sono i presidenti di due consorzi rurali: Maria Grazia Sbarboro, consorzio di Belpiano – Acero – Poggio, in Valle Sturla, e Claudio Solari, Consorzio rurale di Scaruglia, bassa Fontanabuona. Entrambi si dicono sollecitati dai propri soci e scrivono: “Vogliamo ricordare che la castanicoltura ha rappresentato e rappresenta ancora per il nostro territorio una buona fonte di reddito e riveste un’importante rilevanza ambientale e turistica”. A dimostrazione di quanto la castanicoltura sia praticata da tempo, i due citano il castagno monumentale in località San Rocco, al Poggio di Acero, riconosciuto come pluricentenario dalla stessa Regione.

Ultimo aggiornamento Venerdì 14 Giugno 2013 16:32
 

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