Chiavari. Non solo non si deve dimettere ma ha svolto al meglio i compiti relativi alle sue competenze durante questo primo anno di amministrazione Levaggi. Il movimento civico “Chiavari nel cuore” scrive una lettera, firmata dal coordinatore cittadino Gianluca Ratto e dal capogruppo in consiglio comunale Emilio Cervini, per esprimere la propria posizione circa la bufera che ha investito palazzo bianco, con l’indagine legata al progetto di svincolo dell’albergo “Santa Maria” di Chiavari, che coinvolge il vice sindaco ed assessore all’urbanistica Pierluigi Piombo. Il movimento, gli riconosce “profonda stima e piena fiducia per l’operato svolto in questo primo anno di amministrazione nei settori, delicati, di sua competenza”, si legge nella nota. 

Per quanto riguarda poi il caso specifico, Cervini e Ratto mettono in evidenza la “non casuale coincidenza temporale della pubblicazione della bocciatura da parte della regione nella pratica, e nell’indagine avviata dalla procura di Chiavari. Quest’ultima infatti”, scrivono ancora, “risale ad oltre sei mesi fa ed ha preso avvio a seguito di un esposto da parte di due consiglieri di opposizione che invece di intervenire in consiglio comunale, hanno preferito disertare l’aula ed intraprendere la via giudiziaria. E sono gli stessi che hanno amministrato Chiavari, da vice sindaco e assessore, Rombolini e Leoni, con un sindaco, Agostino, condannato in secondo grado per tentata concussione e che in nome del garantismo lo hanno sostenuto anche nell’ultima campagna elettorale”. Il movimento poi cita anche il presidente del consiglio attuale, Giovanni Giardini definendo scorretto il suo comportamento per il ruolo che ricopre, poiché “invece di intervenire in aula, ha preferito assentarsi da Chiavari e rendere pubblica sia allora sia oggi la sua discutibile opinione”, recita ancora il comunicato. L’ultimo passaggio della lettera: “L’unico interesse che ha mosso i nostri consiglieri, la maggioranza, il sindaco ed anche i consiglieri di opposizione Viarengo e Stagnaro, è stato quello di consentire ad uno dei pochi alberghi rimasti in città, di continuare a proporre un’offerta turistica, non solo come camere ma anche, come la legge prevede, in residenza alberghiera.”