Genova. La tragedia avvenuta nel porto genovese ieri sera intorno alle 23.30 che ha causato morti, feriti e dispersi, tutti impegnati nella torre di controllo abbattuta dalla prora del mercantile di Jolly Nero, portacontainer degli armatori Messina, ha toccato anche il Tigullio creando cordoglio e sconforto tra quanti conoscevano le due giovani vittime militari della Capitaneria di Porto. Di Rapallo era il 30enne Daniele Fratantonio ed a Lavagna ha risieduto per anni il capo Marco De Candussio, comandante della locamare di Lavagna per dieci anni, tra il 1999 ed il 2009.

La notizia ha fatto il giro del Tigullio in pochi attimi e mentre la salma di Fratantonio è stata recuperata ed identificata subito, per Marco De Candussio il riconoscimento è avvenuto solo in tarda mattinata quando il corpo è stato recuperato dai sommozzatori e vigili del fuoco imprigionato nell’ascensore della torre. Una fine turno drammatica per gli uomini radar del porto, per militari e civili abili nella lettura dei radar e dei computer per dirimere il traffico in entrata ed uscita dall’importante porto di Genova. Una tragedia che ha scioccato la città soprattutto per l’incredibile incidente che davvero non era neppure immaginabile. Il cordoglio è stato espresso dal comandante della circomare di Santa Margherita Ligure, Emiliano Santocchini che personalmente ha conosciuto i due militari periti a Genova. “Un dolore profondo per la perdita di due validi ed esperti militari durante il loro turno di lavoro. Per il Tigullio il dolore si acuisce per la conoscenza diretta e per aver lavorato fianco a fianco”. Un ricordo forte anche da parte di Angelo Siclari, ora in congedo, che con le lacrime agli occhi traccia un profilo dei due amici: “Esatto”, dice, “erano amici prima che colleghi, abbiamo diviso anni di lavoro sui temi demaniali e di vicinanza delle nostre locamare. Due giovani di 30 e 40 anni che hanno perso la vita nel modo più incredibile. Il pensiero va alle loro famiglie ed ai loro cari”. Marco De Candussio era amato a Lavagna nell’ambito portuale, a ricordarlo il pescatore professionista Luigino Sartor della Federcoopesca: “Un amico prima di tutto che mi ha aiutato a trovare una spazio nel porto di Lavagna e soprattutto aveva un rapporto sempre cordiale con noi pescatori, cercava di superare le problematiche della nostra categoria, sempre pronto al dialogo. Io lo sentivo quasi giornalmente su Facebook dopo che aveva lasciato la residenza lavagnese, fino all’ultimo ho sperato che risultasse solo disperso invece è giunta la notizia straziante del riconoscimento del suo corpo.”