, i sindaci di Camogli, Santa Margherita e Portofino, rispettivamente Italo Mannucci, Roberto De Marchi e Giorgio D’Alia. I tre, partono da un excursus storico, per dire che la presenza del Parco “soprattutto negli anni ’50 e ’60, è risultata determinante nel tutelare e conservare un territorio di valore straordinario, proteggendolo dall’assalto della speculazione edilizia, dilagante sulla costa ligure”. Da allora, si è passati, come ammettono i tre, attraverso contrasti, ma la revisione dei confini ha portato ad un assestamento e ad una definitiva armonia, “in equilibrio con le amministrazioni locali e i portatori di interessi locali e generali”. Toccare questo equilibrio tra tutela e valorizzazione, secondo i tre sindaci, non è operazione che si giustifichi con la necessità di risparmiare soldi pubblici: “Sinceramente non intravediamo risparmio nel provvedimento approvato. Intravediamo e temiamo, però, i pericoli insiti nell’accentramento e banalizzazione di uno strumento di governo del territorio”. Allegate alla lettera sono andate le tabelle degli investimenti effettuati dall’Ente Parco di Portofino negli ultimi dieci anni, per migliorare la fruizione del territorio. Ci sono i 615mila euro per il recupero del sentiero principale, il percorso Portofino Vetta – Portofino Mare, e poi San Nicolò di Capodimonte, l’eremo di Niasca, il Semaforo Vecchio, la Valle dei Mulini,le Batterie, manutenzioni di boschi e corsi d’acqua, e molto altro, per spese vicine agli 8 milioni di euro.