Avrebbe avuto il beneficio, non da poco, dei domiciliari, ma alla fine si ritrova lo stesso dietro le sbarre e con il possibile aggravio del tentativo di fuga.

 E’ il 32enne cileno, residente a Genova, che, nella notte tra giovedì e venerdì, era stato arrestato dai carabinieri, a Chiavari, fermato al casello, dopo un inseguimento, dopo che il suo complice, di un anno più vecchio, ecuadoriano, era stato beccato direttamente dentro all’appartamento dove rubavano, in viale Devoto. Subito, il giudice aveva concesso al cileno i domiciliari, ma nel fine settimana la sua situazione si è complicata. Saputo del furto, infatti, la compagna lo aveva cacciato di casa, infuriata: lui, del resto, ha un lavoro da ponteggiatore, è regolare, non avrebbe proprio bisogno di delinquere. Dopo essere stato mandato via dalla donna, si è presentato al  carcere di Marassi, per evitare l'accusa di evasione, ma, malgrado la sua esplicita richiesta, le porte non gli sono state aperte. Ha avvertito il suo avvocato della situazione ma (ed ecco il suo errore) poi non ha aspettato. Il giudice del tribunale di Chiavari, infatti, aveva deciso per l'aggravamento della misura, reintroducendo il carcere, ma i carabinieri hanno trovato l’uomo soltanto a Ventimiglia e arrestato, verosimilmente, poco prima che lasciasse il Paese.