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Si fa arrestare e si scopre latitante per l'omicidio di Rapallo PDF Stampa E-mail
Giovedì 26 Luglio 2012 17:26

Appendice a sorpresa, per la vicenda dell’omicidio di Natalia Proshina, avvenuto a Rapallo, nel dicembre del 2009. Reo confesso del delitto, sta scontando la relativa condanna il cugino della donna, Aleksander Azarov, che i carabinieri avevano rintracciato a Roma.

 Per questo omicidio, però, vi era un altro condannato, un bielorusso di 38 anni, che aveva aiutato Azarov ad occultare il cadavere della donna. Peraltro, lo aveva fatto bene, visto che soltanto la testimonianza dell’omicida, dopo l’arresto, aveva permesso il ritrovamento del corpo, in un’area isolata, sopra al campo golf di Rapallo. Il complice bielorusso era stato condannato a tre anni per il concorso in occultamento di cadavere, con pena, inizialmente, sospesa, e poi revoca della sospensione. Non si era, però, mai fatto trovare, diventando latitante. Adesso, la storia arriva ai giorni nostri. Ieri, un uomo viene fermato dai carabinieri in uno stabilimento balneare di Recco, dove, ubriaco, insieme ad una donna ucraina di qualche anno più vecchia, infastidiva i clienti. Una volta in caserma, aggrediva anche i militari, procurando ad uno di essi ferite ad un braccio con prognosi di sette giorni. Questa mattina, il processo per direttissima a Genova, per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, nel quale gli arresti venivano convalidati, ma i due rimessi in libertà. Solo in teoria, però, per il 38enne, perché, ricondotto in caserma, sono arrivati i risultati degli accertamenti sulle impronte digitali, che hanno permesso di identificare l’arrestato con il latitante dell’omicidio rapallese, con una condanna a tre anni da scontare. Si qualificava con un nome cambiato solo di poche lettere rispetto a quello autentico.  

 

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