La prossima tappa della vicenda si consumerà entro trenta giorni da ieri, e quindi entro il 18 di agosto, con la pubblicazione delle motivazioni con cui la Cassazione spiegherà il proprio diniego al ricorso presentato da Vittorio e Alessandro Agostino

 contro la sentenza di Appello, che li ha condannati, rispettivamente, a sei e quattro anni. Si tratta di un verdetto confermato dalla Suprema corte, sebbene l’effetto dell’indulto, all’atto pratico, riduca l’entità delle pene di tre anni, passando, dunque, ad un anno per l’architetto e a tre per l’ex sindaco. E’ improbabile, sempre di fatto, che i due vadano effettivamente in carcere. Per il padre pesa l’età, per entrambi il fatto di essere arrivati incensurati a questa condanna per tentata concussione. Contestualmente all’arrivo delle motivazioni, i legali difensori, Chiara Antola e Titta Madia per Vittorio, Fausto Coppi per Alessandro, chiederanno misure alternative. La pena potrebbe essere direttamente sospesa, soprattutto per l’ex sindaco, mentre l’architetto potrebbe anche chiedere l’affidamento ai servizi sociali. Sinora, si tratta di ipotesi, che troveranno conferma o smentita dopo la metà di un torrido agosto. Per ora, la certezza è quella di un giudizio legale che riscrive la storia recente di Chiavari. L’interdizione dai pubblici uffici, accessoria alla pena detentiva, non ha ormai conseguenze per il sindaco – faraone, dimessosi, la settimana scorsa, anche dal ruolo di consiglio comunale, mentre la carriera politica del figlio sembrava, comunque, essersi fermata dopo la fuoriuscita della Lega Nord, per la quale, comunque, sarebbe il primo dei non eletti in consiglio regionale, posto che non potrebbe più ottenere.