Chiede i domiciliari, Antonio Raffone: il comandante del porto di Lavagna spera di poter uscire dal carcere per trascorrere il periodo di misura cautelare, non, ovviamente, nell’alloggio nel porto di Lavagna, ma nella casa di proprietà fuori Liguria. Il gip, adesso, ha cinque giorni per decidere.

 Raffone, questa mattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma è già certo che la linea difensiva non sia quella di negare gli addebiti, che sembrano essere dimostrati.Secondo l’indagine condotta dai carabinieri della compagnia di Sestri Levante e coordinata dal pubblico ministero, Gabriella Dotto, il capo di primo grado della Capitaneria avrebbe fatto pressioni su esercizi e locali, per ottenere favori in cambio di controlli meno stringenti, e poi avrebbe beneficiato di carburante e di un allaccio alla corrente elettrica, entrambe risorse della Capitaneria. Anche se, al momento, è prematuro dirlo, la soluzione del procedimento potrebbe essere un patteggiamento, perché, secondo quanto dice il suo avvocato, Matteo Groppo, intenzione di Raffone non è quella di negare gli addebiti che gli vengono contestati.