La banda, adesso, è stata completamente sgominata. Polizia e carabinieri, forti delle ricerche effettuate sui tre già arrestati nei giorni scorsi, infatti, sapevano che i quattro rapinatori che erano penetrati nelle villette di Caperana e Leivi avevano soggiornato, tra il 10 ed il 18 giugno, appena prima dei colpi nel Tigullio, in due alberghi di Genova. 

Da qui, avevano ricostruito l’identità del quarto membro, Agustin Cani, 39 anni, incensurato, senza fissa dimora. Le ricerche, in atto già in tutta la provincia di Genova, sono state allora estese in tutto il territorio nazionale, soprattutto alle frontiere. Pertanto, nella tarda serata di ieri, Cani è stato fermato al porto di Brindisi, da dove si imbarcava per l’Albania, da agenti della polizia, insospettivi dal suo atteggiamento e dal fatto che non avesse bagagli. La Procura di Chiavari ha emesso, allora, questa mattina, un decreto di fermo per rapina aggravata in concorso, in riferimento al fatto di Leivi, e l’uomo è stato portato nel carcere di Brindisi, a disposizione dell’autorità giudiziari di Chiavari. “Sono in corso – fanno sapere dalla squadra mobile di Genova – gli approfondimenti investigativi per comprovare il coinvolgimento dei fermati in altre rapine, consumate a Genova e Chiavari con le stesse modalità”. Evidente, il riferimento a Caperana. E’ stato convalidato, intanto, stamattina, anche l’arresto di Nik Baji, il 23enne considerato il capo della banda. Di fronte al gip Mauro Amisano, il giovane si è avvalso della facoltà di non rispondere, ma il giudice ha accolto la richiesta del procuratore, Francesco Cozzi, di tenerlo in via al Gasometro.