Il gip, Mauro Amisano, gli ha contestato soltanto la rapina di Leivi, in via dei Boschi. Evidentemente, per quella di Caperana si attende un più articolato castello probatorio. Comunque, Alfred Meci, il primo dei tre arrestati dei giorni scorsi, difeso dall’avvocato Giovanni Roffo, ha ammesso la responsabilità del colpo,

 giustificandosi con la necessità di soldi. In base al suo racconto, sarebbe giunto in Italia poche settimane fa dalla Grecia, trovando ospitalità a Genova da un connazionale. A seguire, nel pomeriggio, è stata la volta dell’interrogatorio di garanzia di Eglisen Tola, il secondo arrestato, quello dal fisico massiccio fermato nella giornata di venerdì. Questi, però, difeso dall’avvocato Piero Nicolini, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Domani mattina verrà invece interrogato il presunto capo della banda, Nik Baja. Dal canto loro, nel frattempo, le forze dell’ordine proseguono la ricerca del quarto, descritto dalla coppia la cui villetta è stata assaltata a Caperana e che, a quanto ritengono polizia e carabinieri, avrebbe partecipato, come palo, anche al colpo di Leivi. Proseguono i presìdi lungo le strade e nelle stazioni ferroviarie e si analizzano le schede sim trovate in possesso di Tola. Anche le immagini delle telecamere potrebbero ancora servire alle indagini, nella speranza, però, che il quarto uomo non abbia, nel frattempo, trovato la strada per allontanarsi.