Violenze fisiche reiterate, giustificate come metodologa educativa, ed anche rapporti sessuali mimati di fronte agli alunni, tutti diversamente abili. L’indagine condotta nei confronti di un professore di sostegno, 53 anni, aveva portato, temporaneamente, anche all’arresto dell’uomo, attualmente con obbligo di dimora, lo scorso novembre.

 Poi, era rimasta coinvolta anche una collega, di tre anni più giovane, che avrebbe preso parte con lui alle pratiche contestate, riprese anche dalle telecamere degli investigatori. Infine, tra gli indagati è entrato l’ex dirigente scolastico della scuola media di Cogorno, teatro dei fatti, che si sarebbero perpetrati per tre anni. Tutti e tre, allora, oggi, sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Chiavari, Mauro Amisano, che ha accolto la richiesta in questo senso del procuratore Francesco Cozzi. I due professori di sostegno sono accusati di maltrattamenti, abusi sessuali e corruzione di minore in concorso, nei confronti di sette bambini, che venivano loro affidati, in aule separate della scuola. Il preside, 58 anni, che sostiene di non aver mai avuto riscontri di quelle che circolavano come voci, deve rispondere di omissione di atti d’ufficio, per non aver fermato l’attività delittuosa. Le famiglie dei sette bambini si sono costituite parti civili nei confronti del professore, ed una ha anche chiesto il sequestro conservativo dei beni: richiesta, quest’ultima, respinta, così come non è stata accolta la costituzione nei confronti anche del preside. Analogamente, anche il Villaggio del Ragazzo, al cui interno si trova la scuola media, entra nel novero di chi richiede il risarcimento danni. “Le reiterate condotte poste in essere dagli imputati hanno indubbiamente recato gravi danni fisici e morali ai ragazzi”, spiegano prete Rinaldo Rocca e Giovanna Tiscornia, presidente e amministratore delegato del Villaggio, che, poi, aggiungono: “Il nostro ente è tra i soggetti danneggiati, per la lesione dell’immagine e della credibilità”.