Sarà un percorso attraverso le perizie psichiatriche, quello che la difesa di Massimiliano Galastro vuole condurre, da qui al processo di Appello. Dopo la condanna all’ergastolo, arrivata ieri, infatti, l’avvocato Emanuele Lamberti ha l’obiettivo di incassare, in secondo grado, una sentenza nuova, con un termine di fine per la pena detentiva. 

“Purtroppo, sino a pochi giorni dal processo, ovvero sino all’8 di questo mese, il mio cliente non ha acconsentito alla visita psichiatrica”, riferisce il legale genovese che difende il giovane. E’ passata una settimana, dunque, dalla visita effettuata dal professor Lagazzi e avvocato e consulente hanno concordato di procedere con una ulteriore serie di accertamenti, per presentare alla Corte d’Appello il quadro di un ragazzo semi infermo di mente, comunque non pienamente in grado di trattenere i propri impulsi: come quello, appunto, che lo ha portato a sparare a “Cippi” Vaccaro, dopo che questi gli aveva negato i soldi chiesti pistola alla mano. Intanto, il legale sottolinea come, rispetto al quadro delineato dalla Procura, non sia stata accolta la definizione di delinquente abituale. Sono rimaste, però, aggravanti pesanti, ovvero il nesso tra rapina e omicidio e il fatto che il suo cliente fosse latitante nella notte dell’uccisione. Le aggravanti hanno portato all’ergastolo, ed il rito abbreviato è valso soltanto allo sconto dell’isolamento diurno, che sarebbe stato il massimo della pena con rito ordinario. Per scendere ulteriormente, la strategia non può che essere quella della semi infermità mentale.