Considerato che le sentenze arrivano dopo un processo per rito abbreviato, e quindi con pene presumibilmente abbassate di un terzo, la mano della giustizia è stata pesante, con Massimiliano Galastro e Riccardo Turetta. Il primo, infatti, alla fine è stato condannato dal gup, Mauro Amisano, all’ergastolo, così come era stato chiesto dal pubblico ministero Gabriella Dotto.

 L’unico “sconto”, diciamo così, è che non gli viene applicato l’isolamento. Anche oggi, come già fatto dalla Procura e dal gip, è stata respinta la richiesta di una perizia psichiatrica avanzata dall’avvocato difensore, Emanuele Lamberti, che ha sempre sostenuto la labilità mentale del proprio cliente, quello che aveva premuto il grilletto, uccidendo Aldo Vaccaro, in quella maledetta notte di luglio in cui “Cippi”, appena uscito dalla sua sala scommesse, aveva rifiutato di consegnargli il denaro dell’incasso.

A fornire la pistola utilizzata per la rapina degenerata in omicidio, seguendo tutto ciò che avveniva a pochi passi, dopo aver rubato l’auto utilizzata per la fuga, era stato Riccardo Turetta, che il pm, Gabriella Dotto, ha definito egualmente responsabile, chiedendo vent’anni di carcere. Avranno pesato i tanti precedenti per piccoli reati, e magari quella revisione del processo per il proiettile sparato all’interno del tabaccaio di via Mameli, a Rapallo, ma la condanna è molto simile: 18 anni e 8 mesi, più due ulteriori anni di sorveglianza.

Sia la famiglia di Aldo Vaccaro, sia l’amico sfiorato da un proiettile la notte dell’omicidio, si sono costituiti parte civile. L’entità del risarcimento sarà definita in sede civile. Commenta il fratello Franco, presente alla lettura della sentenza: “Di sicuro, non terremo nulla, ma devolveremo ogni eventuale risarcimento in beneficenza”.