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Sanità: di nuovo in sciopero le pasionarie, e la Regione ha discusso del 118 PDF Stampa E-mail
Martedì 19 Luglio 2011 17:20

Recco. Il “Comitato delle Pasionarie” dell’ormai ex ospedale di Recco, formato da Paola del Guercio Cassinelli, Franca Eboli e adesso anche da Maria Teresa Viceconti, è tornato nuovamente  fare lo sciopero della fame.Partito ieri sera, proseguirà ad oltranza, “per rinnovare la protesta contro la Regione Liguria, per la mancata attuazione della promessa fatta ad aprile”, spiegano.

Si tratta della riapertura di un Primo Intervento per la durata di dodici ore presso il Sant’Antonio, chiuso lo scorso 23 marzo. Il Comitato ricorda che il nosocomio accoglieva circa ottomila richieste di Pronto Soccorso, numero che triplicava durante il periodo estivo. I cittadini del Golfo Paradiso adesso devono effettuare 30 chilometri per raggiungere il Pronto Soccorso di San Martino, a Genova, con un’attesa che può variare dalle quattordici alle ventiquattro ore, per semplici codici bianchi o verdi, raccontando ancora le tre pasionarie, le quali proseguono spiegando altresì che i volontari delle Pubbliche Assistenze non sanno dove rivolgersi per portare i pazienti che necessitano di soccorso, considerando che anche il Primo Intervento dell’Ospedale di Rapallo, funziona per dodici ore con un medico del servizio 118 che può non essere in sede e, di conseguenza, non può prestare l’assistenza immediata, costringendo gli utenti a recarsi nel nosocomio di Lavagna con altrettante attese. Sul tema oggi è intervenuto anche il gruppo regionale Pdl regionale, al fianco delle donne che hanno iniziato lo sciopero della fame. “Burlando aveva fatto delle promesse, oggi le deve mantenere”, dicono Matteo Rosso, Roberto Bagnasco, Gino Garibaldi, Franco Rocca e Raffaella Della Bianca. “In un momento in cui i pazienti devono aspettare ore ed ore presso i Pronto Soccorso per essere curati, è doveroso garantire che a Recco per lo meno venga mantenuto questo servizio”, concludono. E sempre oggi, durante i lavori del Consiglio Regionale, in tema sanità, inevitabile il passaggio sulla chiusura della centrale operativa del servizio 118 di Lavagna. Ben tre le interrogazioni presentate, due di Roberto Bagnasco Pdl, una di Edoardo Rixi, Lega Nord. “In realtà si risparmia poco perché i dipendenti saranno comunque impegnati sul territorio, il dubbio è che si penalizzi la Asl 4 per fonderla poi con un’altra azienda sanitaria”, ha detto Bagnasco. “Il territorio non può essere lasciato scoperto e non solo perché i locali sono stati ristrutturati da poco”, ha aggiunto Rixi, chiedendo l’istituzione di un’apposita commissione d’inchiesta. E la risposta dell’Assessore Regionale alla Salute, Claudio Montaldo, è stata che il risparmio sul personale sarà notevole, e che per i cittadini non cambierà nulla, solo chi risponderà al 118. “Ricordo che se non fossimo in questa drammatica situazione finanziaria, che è del Paese e della sanità italiana, non saremmo costretti a tagliare proprio per salvare i servizi”, ha concluso Montaldo.

Ultimo aggiornamento Martedì 19 Luglio 2011 17:20
 

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