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Lames, tutti i dubbi dell'operazione a Sampierdicanne PDF Stampa E-mail
Mercoledì 13 Luglio 2011 17:12

Il progetto di conversione dell'area attualmente industriale della Lames, a Sampierdicanne, prevede 245 appartamenti, di cui 31 pubblici, su una torre di 17 piani, circondata da spazi per scuola materna, asilo, uffici e negozi, oltre a parcheggi e spazi verdi. I numeri fondamentali sono stati confermati nella presentazione di ieri sera, davanti alla commissione seconda del consiglio comunale.

 “Non siamo sul fronte mare, l’edificazione in altezza può essere adeguata al contesto paesaggistico”, commenta l’assessore all’urbanistica, Antonio Segalerba, che non nasconde, però, come la pratica sia arrivata al Comune come frutto dell’accordo tra enti superiori, azienda e sindacati, per salvaguardare la presenza della Lames nel Tigullio. “Noi – sottolinea ancora Segalerba – ci siamo dovuti occupare del nostro territorio, ma abbiamo messo la clausola che non inizino i lavori a Sampierdicanne senza che prima sia aperta la fabbrica di Cicagna, con tutti gli stessi occupati attuali”.

Una clausola positiva, questa, secondo le opposizioni, ma Partecip@ttiva teme che l’operazione non possa andare in porto: “Non ci sono certezze sulla tutela dell’occupazione – dice Alessandro Monti -. Sarà difficile trovare un finanziatore per l’operazione di Sampierdicanne e si rischia che tutto rimanga bloccato”.

Secondo Matteo Rezzoagli, Pd, in vece, il piano è positivo proprio sul fronte occupazionale, mentre non ci sono garanzie per i servizi necessari al quartiere, che dovrà far fronte a circa 700 nuovi residenti: “La nuova strada arriverà sino alla chiesa di Sampierdicanne – dice – e quindi non risolve”.

“Sono Regione e Provincia che scaricano la responsabilità delle scelte sul Comune ma non hanno dato garanzie proprio sul punto più importante, cioè la viabilità”, attacca Fiammetta Maggio, Pdl, anche con riferimento alla questione, ancora irrisolta, dei ponti sul Rupinaro.

Anche Maria Stella Mignone, Udc, teme che la pratica venga condotta troppo in fretta: “Non c’è una analisi dei flussi di traffico – dice – e la vicinanza con un torrente è preoccupante in chiave di alluvioni”.  

 

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