Il tema della centrale operativa del 118, in vista della chiusura, tiene banco nel dibattito politico in Regione. Non si oppongono frontalmente, ma chiedono garanzie alternative, i consiglieri di maggioranza del Tigullio. Ezio Chiesa, Gruppo Misto, chiede un potenziamento delle automediche nel Tigullio, che oggi sono solo due, e aggiunge: “Per evitare ritardi nelle risposte, la centrale di Genova dovrà prevedere postazioni riservate alle telefonate provenienti dal Tigullio”.

“Per il servizio ai cittadini non cambierà nulla, o poco – dice Marco Limoncini, Udc – ma incontreremo nei prossimi giorni l’assessore Montaldo per chiedere garanzie che il servizio sia mantenuto a livello ottimali”.

Come Limoncini, anche Armando Ezio Capurro, “Noi con Burlando”, attacca il Governo e gli esponenti del Pd, dicendo: “Se avesse garantito le risorse necessarie alla nostra Regione non saremmo costretti ad assistere ad una serie di razionalizzazioni causate dalla carenza di finanziamenti”.

Contrattacca il Pdl anche Gabriella Mondello, deputato UDc, che si chiede “Quali impegni assumono loro verso il Governo per garantire le risorse necessarie alla nostra Regione e al Tigullio?”.

Sempre in tema di sanità, va controcorrente, invece, Giacomo Conti, Federazione della Sinistra che, mentre la Regione sta discutendo il rinnovo della convenzione con Villa Azzurra, chiede, invece, di non rinnovarla: “Con le risorse sempre più ridotte – dice Conti – è inaccettabile che si continuino a destinare milioni a realtà in concorrenza con le strutture sanitarie pubbliche”.

Nel dibattito politico regionale ritornano anche i soccorsi messi in atto a Santo Stefano il 30 gennaio, giorno della morte di Marco Corvisiero. Nel chiedere di migliorare il sistema di soccorso alpino e speleologico in montagna, infatti, Edoardo Rixi, Lega Nord, e Roberto Bagnasco, Pdl, citano una lettera giunta all’assessore Montaldo da Leoluca Orlando, presidente della commissione parlamentare sugli errori sanitari, che, testualmente, scrive: “Sottopongo alla sua valutazione l’opportunità di predisporre forme più organiche di coordinamento tra le attuali strutture preposte al soccorso sanitario e quelle proprie del soccorso alpino: una migliore integrazione consentirebbe di avvalersi”, se necessario, “di mezzi e professionalità adeguate” alla montagna.