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Caccia, niente estensione a dopo il tramonto in Liguria PDF Stampa E-mail
Martedì 31 Maggio 2011 16:30

Non cambiano di molto, rispetto a quest’anno, le norme sulla caccia sancite dal consiglio regionale. Le novità riguardano, in particolare, l’introduzione della mini lepre tra le specie cacciabili e il carniere ridotto per la beccaccia, della quale è adesso possibile abbattere due esemplari anziché tre. Si affianca, poi, l’obbligo di raccogliere cartucce e bossoli. 

A gennaio, la caccia sarà eccezionalmente consentita nelle giornate di sabato e domenica. Il nuovo calendario regionale, poi, non consente la caccia mezz’ora dopo il tramonto, temendo che la legge dell’anno scorso, che la prevedeva, possa essere cassata dalla Corte Costituzionale. Proprio l’assenza di questa possibilità, chiesta con due emendamenti da Francesco Bruzzone, genera l’astensione della Lega Nord e del Pdl, da dove i consiglieri sottolineano di aver fatto pressing per portare la legge in aula. Astenuti anche i consiglieri della Federazione della Sinistra, che, al contrario, voleva norme più restrittive: “La giunta non ha accolto i rilievi per la chiusura anticipata alle specie acquatiche e a tordi e cesene”. Contrari i due voti della Lista Biasotti, anche in questo caso perché si chiedeva di ridurre le specie cacciabili. “Occorre evitare contrapposizioni tra animalisti e cacciatori”, dice Ezio Chiesa, Gruppo Misto, che, con altri consiglieri, ha firmato un ordine del giorno sollecitando l’Unione Europea a escludere, per l’Italia, lo storno dalle specie non cacciabili.

Sulla pesca professionale prende posizione, invece, Roberto Bagnasco, che muove dalle dichiarazioni della commissaria europea Maria Damanaki, secondo la quale la pesca al bianchetto è vietata definitivamente, ma non ci sono certezze nemmeno sui rossetti. Secondo Bagnasco, “La Regione deve fornire uno scadenziario preciso per evitare il divieto”.

Unanimità, invece, è arrivata sull’ordine del giorno, primo firmatario il Pd Antonino Miceli, dedicato a Fincantieri. Il presidente Burlando e la giunta vengono impegnati a chiedere il ritiro del piano industriale che prevede la chiusura di Sestri Ponente ed il pesante taglio di Riva.
 

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