Torna a muoversi, l’altalena di annunci, allarmi e smentite sul destino della Fincantieri e, in particolare, sul destino dello stabilimento di Riva Trigoso. Lunedì è atteso l’incontro in cui l’azienda dovrebbe illustrare ai sindacati il proprio piano industriale, e quindi le strategie per il futuro. 

Esso viene però anticipato oggi dal Secolo XIX, con una esclusiva che ricorda quella di qualche mese fa di Repubblica. Se allora si parlava di chiusura totale dello stabilimento rivano, adesso si parla di dismissione del settore navale, senza licenziamenti ma con trasferimento al Muggiano, alla Spezia, di circa 500 operai e prospettive che appaiono, comunque, piuttosto instabili. Il trasferimento dovrebbe compiersi tra qualche anno, terminata la realizzazione delle fregate Fremm e di un’altra nave richiesta dall’Algeria. I lavoratori di Riva sono già convocati in assemblea dai sindacati per martedì mattina. Se il contenuto del piano dovesse essere confermato, scatterebbe sicuramente una reazione molto dura, basata su scioperi e manifestazione. Quanto pubblicato oggi, del resto, somiglia molto alle dichiarazioni alla Camera del ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, che avevano suscitato una ondata di proteste e l’intervento massiccio delle istituzioni locali, compatte nel chiedere la tutela del cantiere totale. I sindacati sono già d’accordo nel rigettare il piano, se confermato in questo contenuto: “Sarà uno dei più piccoli, ma questo cantiere lavora a pieno ritmo”, ricorda Sergio Ghio, Fiom Cgil. “E non è possibile – aggiunge Omar Di Tullio – che dobbiamo sempre apprendere le cose, prima delle riunioni, dalla stampa”.