Sono arrivati nel Tigullio attraverso l’aeroporto milanese di Malpensa, i genitori, la sorella e la compagna di Wouter Wyelandt, il corridore belga morto ieri, lungo la discesa del Bocco, durante la terza tappa del Giro d’Italia, da Parma a Rapallo. Questa mattina, già presto, erano sul luogo dove è avvenuto l’incidente mortale, a deporre due mazzi di fiori per il loro caro, vicino a quello lasciato dal Comune di Mezzanego.

 Il compito del riconoscimento della salma è toccato al padre del corridore, ma all’obitorio ha voluto essere presente anche la compagna, Ann Sophie, che deve dare alla luce a settembre una bambina già orfana. I parenti, questo pomeriggio, sono rimasti a lungo all’obitorio di Lavagna. Ottenuto il nulla osta dalla Procura, infatti, hanno dovuto organizzare il trasferimento della salma in Belgio, divenuto possibile, subito dopo l’effettuazione dell’autopsia, che ha confermato la dinamica dell’incidente che emergeva dai rilievi della polizia stradale: “La causa della morte è nel trauma cranio facciale subito nell’urto contro l’asfalto”, spiega il medico legale Armando Mannucci, che ha trovato anche altro ferite, non mortali, ed in particolare la frattura di una gamba e lesioni viscerali.

La salma dovrebbe essere collocata su un aereo già domattina. Formalmente, la Procura della Repubblica di Chiavari, con il sostituto Francesco Brancaccio, ha aperto una inchiesta, con un fascicolo per omicidio colposo. Il procuratore capo Francesco Cozzi, però, sgombera già il campo dai dubbi, affermando: “Al momento non appare alcuna responsabilità da parte di terzi”. Nessun dubbio neppure sui soccorsi, che, anche a detta della Procura, sono stati tempestivi. Semplicemente, non c’era nulla da fare, per il giovane che, dopo aver toccato con il pedale il muretto lato torrente della provinciale 26 bis, in località Isola di Borgonovo, è caduto violentemente con la faccia sull’asfalto, procedendo verso valle per una ventina di metri.