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I parenti di Wyelandt dal Belgio al Bocco PDF Stampa E-mail
Martedì 10 Maggio 2011 11:30

Sono arrivati nella notte da Malpensa, il padre e la moglie di Wouter Wyelandt, il corridore belga morto ieri, lungo la discesa del Bocco, durante la terza tappa del Giro d’Italia, da Parma a Rapallo. Al genitore è toccato il difficile compito del riconoscimento della salma, all’obitorio di Lavagna, prima del confronto con i magistrati di Chiavari che stanno seguendo il caso.

 A seguire, tutti i parenti si sono recati sulla strada del Bocco, dove è avvenuto l’incidente mortale. Formalmente, la Procura della Repubblica di Chiavari, con il sostituto Francesco Brancaccio, ha aperto una inchiesta, con un fascicolo per omicidio colposo. Si tratta di un passaggio necessario per consentire l’esecuzione dell’autopsia sul corpo del ciclista, assegnata al professor Armando Mannucci. L’esame confermerà certamente come la causa della morte sia da ricondurre al tremendo impatto con l’asfalto ed al trauma cranio facciale derivato da esso. Il procuratore capo Francesco Cozzi, però, sgombera già il campo dai dubbi, affermando: “Al momento non appare alcuna responsabilità da parte di terzi”. Nessun dubbio neppure sui soccorsi, che, anche a detta della Procura, sono stati tempestivi. Nel frattempo, a mezzogiorno è partita da Genova la tappa più triste di questo Giro. I corridori sfileranno lungo il percorso, sino a Livorno, con andatura lenta, in segno di lutto. Presumibilmente, al traguardo passeranno per primi, in linea, i compagni di squadra di Wyelandt, corridori della Leopard.   

 

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