Quattro anni di lavoro preceduti da uno di progettazione, investimenti per 70 milioni di euro, la creazione di un centro di cure con acqua di mare per 5mila metri quadrati, con 13mila di area pubblica attorno, affiancati da uno stabilimento balneare extra lusso che ingloberebbe quelli già presenti in zona. E’ questo il progetto di riqualificazione dell’ex cantiere Spertini con cui l’imprenditore Bandera chiede al Comune di Santa Margherita la concessione dell’area. Al contempo, però, i privati vogliono prolungare di 70 metri da una parte e 80 dall’altra la massicciata della diga del porto.

Il modello da cui si muove è il centro di talassoterapia di Saint Malò, in Francia, che, secondo i proponenti, dovrebbe garantire, anche per Santa Margherita, 300 nuovi posti di lavoro ed un indotto sul territorio di circa 30 milioni di euro l’anno. Questo, a patto, però, di procedere anche con l’ampliamento della massicciata del porto, “per garantire la sicurezza – dicono l’imprenditore Gian Antonio Bandera ed il progettista, Maurizio Gnudi - Il progetto è unico del porto. Non se ne può prendere solo una parte”. Ed allora l’associazione “Tuteliamo Santa”, paladina dell’ambiente cittadino, pur favorevole alla parte relativa della talassoterapia, dice no: “Abbiamo già digerito gli ottanta metri in più di diga, ora diciamo basta”, commenta il presidente dell’associazione, Francesco Ortona.