Riva Trigoso. Fincantieri, oggi sciopero e presidio nello stabilimento di Riva Trigoso. A Roma, invece vertice con il nuovo Ministro delle Attività Produttive, Paolo Romani.

 Si è trattato di una riunione interlocutoria, dice il Responsabile territoriale FIM-CISL, Omar Di Tullio, il Ministro ci ha manifestato la volontà di intervenire a favore della cantieristica ma occorrono nuovi vertici, che lui stesso fisserà con scadenze precise; con il cantiere di Riva non si scherza, c’è bisogno di tempi rapidi e soluzioni mirate e concrete”, ribadisce Di Tullio, “sul tavolo permangono diverse problematiche, se il lavoro c’è le nostre maestranze lo fanno”, conclude. “Le iniziative della mattinata a Riva Trigoso, hanno registrato una partecipazione di lavoratori straordinaria”, riferisce Sergio Ghio, Responsabile territoriale Fiom-Cgil, “probabilmente anche in virtù delle dichiarazioni dell’Amministratore Delegato del Gruppo, apparse sulla stampa. Nel momento in cui si chiede ai propri dipendenti il sacrificio della cassa integrazione”, prosegue Ghio, “il Dottor Giuseppe Bono non solo non allontana lo spettro della chiusura del cantiere rivano, ma rilancia con il tema della produttività, come se l’argomento non fosse già oggetto di accordi sindacali. I lavoratori di Riva Trigoso chiedono ancora una volta di non essere il capro espiatorio da una parte di una dirigenza che in questi anni non ha effettuato una efficace politica industriale, senza investire nella produzione o peggio, che ha utilizzato i soldi dell’azionista nei cantieri americani.” Ghio infine commenta negativamente l’incontro con il Ministro, definendolo deludente, “non ci accontentiamo della solidarietà con banchetti e presidi, il Governo deve pendere una posizione chiara, se vale l’accordo firmato allora occorre prendere provvedimenti, se invece la verità è un’altra, ci attrezzeremo per difendere il cantiere”.