In primo grado, era stata condanna a 30 anni di reclusione, da parte del Tribunale di Chiavari e del gup Mauro Amisano, che aveva pronunciato la sua sentenza il 27 marzo scorso. Oggi, invece, la Corte d’Assise d’Appello di Genova ha ridotto notevolmente la condanna nei confronti di Joanna Malgorzata Lohninger, omicida del compagno, Alessandro Macchi. La corte presieduta dal giudice Sinagra, infatti, ha stabilito in 18 gli anni che la donna,

 ex ballerina, nazionalità polacca, dovrà scontare in carcere. Rispetto al giudizio di Chiavari, infatti, sono state concesse le attenuanti generiche. Ha avuto maggiore breccia la linea della difesa, secondo la quale il delitto era maturato in un clima di frustrazione, perché la donna veniva messa da parte, per il sopraggiungere di una nuova fiamma dell’imprenditore varesino.
”Siamo parzialmente soddisfatti – dice l’avvocato Mario Iavicoli, che difende la Lohninger -. Ricorreremo in Cassazione perché vogliamo che la sentenza escluda anche la premeditazione, abbassando ulteriormente la condanna”.

La premeditazione del delitto è sempre stato un elemento fondamentale, nelle tesi dell’accusa. Secondo la Procura, tutto era programmato e la donna aveva portato con sé la pistola, da Varese a Rapallo, per compiere il proprio piano, sparando, a mente fredda, quando l’uomo si stava avviando verso il bagno, appena rientrati nella villa di via Don Minzoni, dopo cena. Altro elemento che, per l’accusa, portava alla premeditazione sarebbe quello del suicidio della donna stessa, architettato in un modo che non potesse essere efficace. CI vorrà il terzo grado, per una conferma o meno di queste valutazioni. Intanto, comunque, non ci sono richieste alternative da parte dei legali, e la donna rimane in carcere.