Chiavari. Si erano incontrati sul mercatino dell’antiquariato che una volta al mese si svolge nel centro storico. Qui, un chiavarese, nel 2007, si era accordato con un antiquario della provincia di Torino, per vendergli alcuni mobili antichi. La sorpresa è arrivata quando l’uomo ha portato all’incasso l’assegno di Poste Italiane con cui era stato pagato, perché questo è risultato scoperto e quindi è stato protestato.

Dopo il fallito tentativo di pignoramento di beni, il chiavarese si è allora rivolto all’avvocato Nicola Orecchia, dello studio associato chiavarese Delucchi Baroni – Rezzano, e con lui ha avviato una causa presso il giudice di pace, conclusasi lo scorso febbraio. La sentenza del giudice Anna Maria Minniti è stata pubblicata in questi giorni: sarà Poste Italiane, l’istituto che ha emesso l’assegno, a risarcire interamente il chiavarese, pagando anche 500 euro di sanzione. Questo, in base ad una prescrizione di legge, decisamente poco nota: ogni istituto di credito è infatti tenuto a pubblicare in uno speciale registro i nomi dei propri clienti risultati non pagare regolarmente. L’antiquario aveva due precedenti, con assegni non coperti emessi in Piemonte, ma Poste Italiane non ne aveva segnalato il nominativo in quell’elenco. Da lì, la condanna a carico della società.