E’ cambiato, il destino giudiziario di Egidio Vulcano, il lavagnese di 47 anni, originario della Provincia di Matera, che la Corte di Assise, l’anno scorso, aveva assolto dall’accusa di essere l’omicida di Adriano Costa, freddato, a 63 anni, con due colpi di pistola, a Lavagna, nella periferica zona di Valle dei Berissi. Oggi, la Corte di Appello di Genova, presso la quale la Procura Generale aveva presentato il ricorso, ha condannato l’uomo a 30 anni di carcere. Vulcano era difeso dall’avvocato Andrea Vernazza, che, con ogni probabilità, porterà il processo sino alla Cassazione.

I 30 anni concessi oggi equivalgono alla condanna richiesta, già in primo grado, dalla pubblica accusa, rappresentata allora dal pm Francesco Brancaccio. Oggi, a confermare quella richiesta era il procuratore Luigi Cavadini Lenuzza, ad accoglierla una corte presieduta da Salvatore Sinagra. Da evidenziare che, a differenza di quanto avvenuto in primo grado, Franco Vulcano, il fratello di Egidio, non era coinvolto in questo nuovo processo. L’appello della Procura, infatti, ha coinvolto solo Egidio, per il quale gli inquirenti ritenevano, evidentemente, di disporre di prove sufficienti alla condanna. Con una ricostruzione dei fatti diversa, non più incentrata sul concorso tra i due fratelli, l’accusa sembra averla spuntata.