Genova. Decisa la somministrazione della pillola abortiva, la Regione Liguria ha adottato le linee guida ministeriali. E’ quanto emerso al termine della riunione odierna dell’Ente genovese con il Direttore del Dipartimento di Ginecologia e Ostetricia dell’Università di Genova, Pierluigi Venturini, insieme ai Primari della rete ligure della Ginecologia. La somministrazione della pillola avverrà in regime di ricovero, il trattamento abortivo farmacologico durerà tre giorni, per consentirne l’applicazione in piena sicurezza.

 “La Liguria è sempre stata sensibile al problema dell’interruzione di gravidanza”, ha detto il professor Venturini, “e l’istituzione dei consultori è stato da sempre il fiore all’occhiello dell’organizzazione sanitaria Venturini ha poi spiegato che l’utilizzo della pillola abortiva deve avvenire entro le sette settimane dall’ultima mestruazione per garantire la massima sicurezza per la donna e la sua corretta applicazione. Dalla richiesta della donna di interrompere la gravidanza ci sono sette giorni di tempo obbligatoria, previsti dalla legge 194, per prevedere il posto letto e consentire alle farmacie ospedaliere di procurarsi il farmaco. Sul tema, che spacca l’opinione pubblica, intervengono anche i Verdi: la Presidente, Cristina Morelli, dice “in nessun altro paese dove la pillola abortiva è legale, è previsto il ricovero delle donne in ospedale, non è un carcere, la donna una volta assunta la prima pillola se vuole potrà tornare a casa, dopo avere firmato un foglio, per poi ritornare nel nosocomio dopo 24-36 ore per assumere la seconda pillola. E comunque sarà il rapporto medico-paziente a regolare i singoli casi. Spiace”, conclude la Morelli, “che per bieche logiche di scontri interni alla coalizione si giochi sulla pelle e sulla sofferenza delle donne che ancora una volta rischiano di trovare una via d’uscita solo attraverso il cosiddetto turismo sanitario”.