Si chiude domani la vicenda giudiziaria di Johanna Malgorzata Lohninger. Si chiude domani, per la verità, tutto il processo per il delitto Macchi, a meno che la Procura di Chiavari non riesca a far rinviare a giudizio anche Luca, il figlio dell’imprenditore ucciso a Rapallo, al momento solo indagato. Per lui, la Procura ipotizza, infatti, l’istigazione morale ad un delitto compiuto dalla madre. Il fatto risale alla sera del primo novembre 2008, quando nella villetta di via Don Minzoni, a Rapallo, la donna spara al compagno, imprenditore della zona di Varese, uccidendolo. 

Il ritrovamento del cadavere avverrà nel pomeriggio successivo, ad opera dell’imprenditore edile che doveva concordare con Macchi i lavori da eseguire nella villetta stessa. Oltre al corpo senza vita di Macchi, questi ha trovato anche la Malgorzata priva di sensi, dopo l’ingerimento di pillole. Secondo la ricostruzione del pubblico ministero, Francesco Brancaccio, si trattava di un tentativo inscenato nella consapevolezza di essere salvata, con le pillole ingerite il giorno dopo. E secondo la stessa ricostruzione, nel frattempo, Luca sapeva tutto: era stato avvertito dalla madre, telefonicamente, del delitto e del finto suicidio. Un delitto premeditato, secondo l’accusa, come dimostrerebbero i movimenti bancari che lo hanno immediatamente preceduto e seguito. Un delitto, ancora, messo in atto per scongiurare l’arrivo di un bambino, frutto della nuova relazione sentimentale dell’imprenditore, che avrebbe modificato l’asse ereditario. A fronte di tutto questo, il pm, due settimane fa, ha chiesto, a carico della donna, 30 anni di carcere, il massimo che si può pretendere in un processo con rito abbreviato. Domani, il processo riprende con l’arringa dell’avvocato difensore, Mario Iavicoli, seguita immediatamente dalla camera di consiglio che sancirà la sentenza.