Tutti d’accordo, i dodici sindaci della Val Fontanabuona e quello di Rapallo, Mentore Campodonico. Nell’incontro di ieri sera, svoltosi a Rapallo, tutti hanno concordato il proprio no all’ipotesi di aspettare la progettazione della gronda di Levante, al momento solo una idea, per vedere sviluppato l’iter realizzativi del tunnel Cicagna – Rapallo. La prima richiesta dei sindaci del territorio sarà quella di vedere progettazione e finanziamento dell’infrstruttura locale in maniera autonoma da tutti gli altri progetti. In seconda battuta, si chiederà l’inserimento nel protocollo, appena firmato, della gronda del ponente genovese. Questa è l’intesa, raggiunta in vista dell’incontro con il ministro delle infrastrutture, Altero Matteoli, confermato per domani pomeriggio, alle 15, nel palazzo comunale di Moconesi.

Quanto al cerimoniale, è stabilito che l’introduzione spetti al sindaco di Moconesi, Gabriele Trossarello, e che poi le istanze del gruppo vengano espresse da Corrado Bacigalupo, sindaco di Tribogna e presidente della comunità Montana Fontanabuona. Poi, toccherà al ministro. Cosa abbia in animo di proporre Matteoli, però, al momento non si sa. Di sicuro, l’incontro avverrà a porte chiuse, con successiva comunicazione alla stampa di quanto emerso.

Intanto, per quanto riguarda i rapporti politici in valle, è avvenuto, il previsto cambio al vertice del Consorzio Rio Marsiglia, che gestisce lo smaltimento dei rifiuti della Fontanabuona. Nella riunione di ieri sera dei rappresentanti dei Comuni, infatti, è stato votato, all'unanimità, il nuovo consiglio di amministrazione, con relativo presidente. Il vertice del consorzio è stato assunto da Massimiliano Bisso, sindaco di Uscio, amministrazione di centro sinistra. Completano il cda due amministratori in area Pdl, Corrado Bacigalupo e Aulo De Ferrari, quest’ultimo sindaco di Lorsica, più Gabriele Trossarello, sindaco di Moconesi, civico, e Marco Limoncini, sindaco di Cicagna, candidato alle regionali con l’Udc. La soluzione bipartisan ha trovato il consenso di tutti, compreso quello di Favale di Malvaro, malgrado la presidenza, sino a qui, fossa stata sempre appannaggio di Giovanni Boitano.