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Rifiuti, parte Scarpino 3
Venerdì 18 Marzo 2016 18:44

Genova.  Nella discarica di Scarpino sulle alture di Sestri Ponente, a partire dal 1968 sono stati sepolti 10 milioni di metri cubi di rifiuti. Complessi i problemi ambientali; le due fasi di Scarpino sono state quelle degli anni Settanta e Ottanta, la cosiddetta Scarpino 1, coi rifiuti gettati direttamente sul terreno senza impermeabilizzazioni, e quella iniziata nel 1995, Scarpino 2, progettata con criteri scientifici di ingegneria ambientale, fra cui l’impermeabilizzazione del fondo su cui poggia, la gestione del percolato e la costruzione al suo interno di impianti per l’estrazione e lo sfruttamento energetico del biogas prodotto dalla fermentazione del corpo rifiuti. Oggi, Scarpino 1 che 2 sono chiuse, e la città metropolitana di è chiamata, insieme al comune e ad Amiu, a risolvere il problema in tempi brevi: ora sta per partire Scarpino 3, la terza fase di vita della grande discarica. Dice Enrico Pignone, consigliere delegato all’ambiente della città metropolitana: 

“Sono in corso i lavori per costruire un grande impianto di separazione secco-umido, perché qui verrà portata la parte indifferenziata del rifiuto, ancora importante anche se nel tempo sarà via via sempre meno consistente con la crescita della raccolta differenziata. A valle dell’impianto di separazione secco-umido sarà poi costruito un biodigestore per trattare la parte organica. Ma nella Città metropolitana non c’è solo Scarpino, anche se è il sito di gran lunga più importante. Ci sono tanti altri piccoli impianti da ammodernare o da costruire ex novo nei 67 comuni del territorio. La Città metropolitana è chiamata quindi a occuparsi anche di questo, attraverso il Piano metropolitano dei rifiuti, che attua la legge regionale sui rifiuti del 2015, molto innovativo perché non parla più di raccolta differenziata ma di recupero della materia”.

 

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