Lavagna. Il Comitato Giù le mani dal fiume Entella, insieme a numerose associazioni e a moltissimi cittadini del comprensorio, continua a battersi per scongiurare la realizzazione delle grandi opere progettate sul bacino dell’Entella. “Tali opere, oltre ad essere costosissime, devasterebbero uno dei territori più preziosi ancora rimasti sia dal punto di vista naturalistico, trattandosi anche di un SIC e di un’oasi faunistica, sia da quello economico, per le pregiate produzioni agricole talune delle quali tipiche della zona”, dice il portavoce del Comitato, Giovanni Melandri. 

Numerose sono state in questi anni le iniziative per sensibilizzare gli amministratori a rivedere l’intero progetto, “destinando le risorse ad interventi di ben altro tipo, fra tutti, la rimozione del cuneo sabbioso alla foce”, aggiunge. Ed ora, in occasione dell’imminente consultazione elettorale per le regionali del 31 maggio, il Comitato chiede ai candidati alla Presidenza per la Liguria, di prendere posizione, dichiarando se intendano o meno fermare tali progetti: quello relativo alle difese spondali, quello della colmata nella foce del fiume Entella, quello di costruzione di un depuratore comprensoriale, invece che di vallata, come voluto dall’Amministrazione di Lavagna e dagli abitanti del territorio. Il Comitato, renderà pubbliche le posizioni assunte al riguardo, che i candidati potranno inviare all’indirizzo mail: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.  entro il 21 maggio. Intanto ieri sera in Sala Rocca si è tenuto un nuovo incontro pubblico, per dare un’ultima possibilità di firmare ai cittadini che intendono unirsi nel ricorso al Tar, a chi lo ha già fatto. Ma fino al 13 maggio è possibile ancora firmare nello studio dell’avvocato Granara, a Chiavari in corso Garibaldi. al momento le firme raccolte sono 280. Inoltre il 22, il legale consegnerà copia del documento ha chi ha aderito, e sempre la sera di venerdì 22 maggio, si terrà una fiaccolata, da Lavagna a Chiavari, per ribadire ancora una volta il deciso no a tali opere.