Castiglione Chiavarese. Continua a far discutere in Val Petronio l’indagine condotta dalla Guardia Forestale e coordinata dalla Procura di Genova. Ad originare il blitz che ha visto 11 indagati tra dipendenti ed amministratori di Castiglione Chiavarese, per abuso edilizio, falso e violazioni in materia ambientale, ed una decina di computer sequestrati, pare sia stato un circostanziato esposto.

 In effetti non si tratterebbe di una discarica di rifiuti urbani bensì dell’autorizzazione rilasciata dal Comune di Castiglione: sentito il parere della Commissione edilizia e paesaggistica, riguarderebbe la riqualificazione ambientale, di 50 mila metri di terreno, in località Gavornie, sul Bracco. Proprio la definizione di riqualificazione, è quella che ha maggiorente insospettivo il Giudice per le Indagini Preliminari, che evidentemente, ritiene fondamentale approfondire le valutazioni tecnico ambientali dei lavori che la ditta sestrese ha fatto e avrebbe dovuto realizzare in quest’area. Proprio percorrendo stamattina la via Aurelia, nei pressi di Rio Gavornie, sul ciglio della strada si può nota una discarica di amianto, ingombranti, come lavatrici e televisioni. Questo significa che la zona del Bracco nonostante i divieti e la bellezza dell’area, deve essere maggiormente controllata, come sostengono le associazioni ambientaliste, per evitare che continui ad essere deposito di scarti edili, e di materiale altamente tossico.